Dottoressa ho sognato … la nebbia

La nebbia

Sono in auto. Sta guidando un uomo a me familiare, forse mio padre. L’atmosfera è rilassata. Stiamo percorrendo una vecchia galleria autostradale, illuminata a giorno. Con una calma serafica mio padre mi dice: l’ illuminazione non durerà a lungo. Infatti, di lì a poco, scompare la luce e la galleria viene invasa un po’ alla volta da una nebbia bianca visibile dai finestrini, che sembra togliermi il respiro. Penso che non resisterò a lungo in quelle condizioni. Quando meno me l’aspetto, torna la luce. Con l’ auto usciamo dal tunnel e immediatamente fuori troviamo un camion con rimorchio rosso e blu ribaltato a bordo strada. È sinuoso come un serpente. E mi dico: ah, ecco perché c’era la nebbia!

Pillole di teoria

La sognatrice imbocca un tunnel illuminato a giorno su di un’auto guidata da un uomo, forse il padre, che ha perso diversi anni fa – mi preciserà in seguito. Questi, con molta pacatezza, la invita a mettere in conto che la luce nella galleria non durerà a lungo. Difatti, di lì a poco, dopo si spegne. E una nebbia tanto densa da togliere il respiro invade l’abitacolo. La sognatrice si sente soffocare e pensa di non farcela. Ma quando meno se l’aspetta, la luce si riaccende e l’auto esce dal tunnel. Fuori l’attende un autoarticolato ribaltato, dai colori rosso e blu, che nell’iconografia classica rappresentano rispettivamente cuore e intelletto, alla cui vista sembra rasserenarsi. Questo sogno mi fa pensare ad una sorta di preparazione all’idea della morte. Che va messa in conto: la luce non dura in eterno – dice il padre. Che sa bene di cosa sta parlando, essendo morto lui stesso tempo addietro. Ma come si fa a fare amicizia con l’idea della morte? – sembra chiedergli la sognatrice. Forse parlandone con naturalezza, come avviene nel sogno. Per trasformarla da qualcosa che ottenebra la vista come una nebbia densa, a qualcosa di più familiare. Ammettendo che ci fa paura fino a toglierci il respiro, ma che si può affrontare. La luce si riaccende – suggerisce il sogno. Dal tunnel della sofferenza si può uscire, attraversandolo con la testa e con il cuore. Questo sembra suggerire il mondo interno alla sognatrice.



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